Stefano Ceccon – Raid a Lourdes

Stefano Ceccon – Raid a Lourdes,

tutto iniziò quando …

28 luglio 2012 – 4 agosto 2012

Raid ciclistico in solitaria ed autosufficienza di un atleta afflitto da malattia celiaca.

Il raid nasce con l’idea di promuovere i seguenti messaggi :

  • l’utilizzo della bicicletta come mezzo di spostamento ecologico, come soluzione al traffico cittadino, come salute, come attività sportiva agonistica e non, e come filosofia di vita. Diversamente da quanto accade in Italia, nei paesi del nord Europa le piste ciclabili e l’utilizzo delle biciclette come mezzo di spostamento per lavoro e tempo libero, sono la normalità.
  • leggendo il periodico dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC), che da affiliato ricevo, apprendo che per molti la scoperta della celiachia equivale ad un cataclisma. Personalmente mi sono chiesto se sono l’unico celiaco che pratica agonismo e che della celiachia non ne fa un dramma. Da lì è scattata la molla che mi ha portato a voler creare qualcosa che possa avvicinare il mondo della celiachia al mondo che ci circonda e che tutti quotidianamente vivono, che possa far conoscere la celiachia anche a chi non sa cos’è, che possa sensibilizzare i media, che mi dia la possibilità di dire a tutte le persone affette da celiachia, che possono vivere serenamente e che se vogliono possono spingere il loro organismo anche in prove estreme senza sentirsi diversi o menomati
  • Sport come salute e stile di vita. Per la prima volta nella storia dell’umanità, ci si trova di fronte ad una razza che, in assenza del potere della medicina, nutre aspettative di vita inferiori a quelle della generazione precedente, con costi sociali elevatissimi a carico della comunità. Il tutto dovuto a troppa sedentarietà e troppo cibo a disposizione che creano uno squilibrio nel nostro bilancio energetico quotidiano.

Il raid da me eseguito aveva le seguenti caratteristiche :

Stefano Ceccon Raid a Loudres

  • 1300 Km da coprire in 8 tappe, eseguito con bicicletta tipo Mtb con ruote semislick, trainando un  e carrello agganciato allo sgancio rapido della ruota posteriore.
  • Completamente in solitaria ed autosufficienza. Nel carrello trasportavo, oltre agli indumenti, una tenda da viaggio, sacco a pelo, fornello, tegami e viveri.
  • Ritorno in treno.
  • Tappa di riposo a La Crau, città francese gemellata con Rosà, dove ci arrivo e ricevo festeggiamenti e medaglia.

Alle 8,00 di sabato 28 luglio, saluto mia moglie ed presidente della mia società (Asd Parolin Squadra Corse). Inizio il mio raid avviandomi da Rosà verso Vicenza. La temperatura è già elevata e si preannuncia una giornata assai calda. Arrivo a Vicenza e mi dirigo verso Verona, oltrepassata la quale, arriva il primo guasto meccanico del raid. Nel sganciarlo, il carrello  mi cade di lato e si piega il forcellino che si incastra nell’ asse della ruota posteriore della bici. Non so che fare; faccio autostop e per fortuna si ferma un tizio con un furgone che mi dà un passaggio fino in città. Cerco un fabbro o un officina ma essendo sabato pomeriggio, è tutto chiuso. Mi faccio accompagnare in stazione, per tornare a casa in treno, ma decido invece di provare a scaldarlo con il fornello da campeggio per poi stringerlo tra due bulloni; riesco così a rimediare un po’ la situazione. L’indomani riparto ed arrivo quindi in Liguria che percorro fino a Ventimiglia. Per fortuna il clima è ventilato, ed il vento spinge a favore. Arrivato a Ventimiglia, accampo e preparo la cena; nel dopo cena, mi accorgo che, il vento non mi ha dato una esatta percezione della temperatura e dell’irradiazione solare. Ho infatti le spalle e le braccia ustionate. Dopo la Liguria entro in Francia, direzione Monaco – Nizza – Cannes – Frejus. Fino a Cannes, situazione più che positiva, vento che spinge, ciclabili da sogno a 2 corsie, lungo tutta la costa. Purtroppo arrivato a Cannes, il navigatore mi spinge verso l’interno per evitare qualche Km di costa ed accorciare il percorso. Si rivelerà una scelta errata, salita lunghissima, caldo atroce senza vento, nessun punto di rifornimento idrico per ore (sarò stato anche cotto ma fino ai Pirenei, l’unica fontana l’ho trovata in Liguria. In Francia chiedevo ma non sapevano rispondermi a riguardo). La salita con il carrello di oltre 30 kg è micidiale. Mi accorgo che, se scendo e spingo faccio meno fatica che non star lì a mulinare rapportini assurdi. In ogni caso arrivo a Freju, dove tra l’altro trovo i campeggi pieni, e mi sposto quindi verso sud, finché non trovo una sistemazione. Scendo verso St Tropez, e mi reco a La Crau, città gemellata con Rosà, il mio comune di residenza. Il caldo è terrificante, e come di consueto non trovo le fontane. Ricevo una gradita ospitalità, posso quindi lavarmi e godermi un po’ di relax. Nel tardo pomeriggio, organizzano una graziosa cerimonia, con il sindaco che mi consegna una medaglia come valore allo sport. Segue cena con il comitato gemellaggi. L’indomani riparto per la costa a sud della Francia. Arrivo nei presi di Montpellier, quindi mi dirigo verso Sete, dove mi aspetta una infinta ciclabile lungo la spiaggia; talmente infinita e ripetitiva che diviene monotona, e faccio fatica a proseguire se non fermandomi per distogliere lo sguardo da un paesaggio che sembra dipinto. Arrivo a Cap D’adge e mi perdo. Trovo a fine serata un campeggio di fortuna. In questi primi giorni, mi rendo conto di avere mangiato pochissimo, il caldo, l’afa e l’ansia di sbagliare percorso come nei gg precedenti, mi chiudono lo stomaco, mangio spesso frutta , me la sera fatico a fare il pieno. Da preparatore atletico e personal trainer (il mio lavoro) so che questo è un errore molto grave, che pagherò con stanchezza, gambe vuote, deconcentrazione ed altro. Sta di fatto che ho ancora molti viveri con me. Inizio a pensare però dove potrò trovare cibo senza glutine una volta finite le scorte. Vorrei comprarlo subito, ma questo significherebbe portare con me ulteriore peso oltre a quello che già mi zavorra. L’indomani riparto per Carcassone. Strada dritta, che attraversa le colline senza tornanti e controvento. La fatica è tremenda e la testa non regge il colpo della monotonia di infiniti campi agricoli e del caldo terrificante. Mi programmo micro soste ogni tot minuti e soste lunghe ogni tot ore. Arrivo a Carcassone, dove vorrei fermarmi, ma ho fretta e proseguo per Pamier, dove trovo un campeggio veramente gradevole a poco prezzo. Iniziano le colline. Prima di partire, in un negozio di alimenti biologici trovo finalmente del pane senza glutine e dei biscotti senza glutine. Faccio scorta e riparto per, seguo Fox quindi entro nei Pirenei. La meta si avvicina. Il clima cambia, arrivano un po’ di nuvole e il caldo atroce mi lascia un po’ di respiro. Oltre al paesaggio, cambia anche la tipologia di persone che incontro. Più disponibili, meno frenetiche, più a dimensione umana. Trovo finalmente delle fontane nelle piazze dei paesetti di collina che attraverso. Sta di fatto che colline significa salite e con il carrello la situazione è dura, aggravata anche dal fatto che spesso i tornanti non ci sono e incontro lunghe salite dritte che scavalcano le colline. Proseguo verso Ovest, e dopo una durissima salita fata a piedi, mi accampo in un minicampeggio dal notevole costo di 5 Euro! È la penultima tappa. La notte piove e stranamente sento freddo. Mi sveglio all’alba, preparo una gelida e veloce colazione e parto subito. L’emozione di arrivare è alle stelle. Già vedo i primi cartelli stradali che indicano le ciclabili per Lourdes, ma mi aspettano ancora molte colline da attraversare, ed il carico è sempre elevato; lui non si stufa mai di pesare! passo vari paesotti di montagna, ed inizio ad incontrare tanti ciclisti che si allenano, sia su strada sia in Mtb. Numerose auto, trasportano Mtb da discesa sul tetto. Mi rendo conto di esser vicino al Tourmalè, il che significa pochi km alla meta. Trovo un market di una catena che conosco e faccio l’ultima scorta di mangime gluten free che dovrà durare anche per il viaggio di ritorno in treno. Inizia a piovere, ma proseguo, eccitato dal fatto che manca usa sola salita alla meta. Purtroppo è durissima, la percorro a passo d’uomo. Inizia quindi la discesa, ed arrivo a Lourdes. L’emozione è grande, filmo l’arrivo con la microcamera, quasi mi commuovo, anzi, mi rendo conto che sono commosso. Sono sfinito ma ce l’ho fatta. Mi godo quindi 1 gg di visita al santuario, maestoso ed alla grotta. Il lunedì mattina all’alba mi aspetta il treno per il rientro.

Stefano Ceccon – Raid a Lourdes:

Ringrazio tutti gli sponsor e tutti coloro che mi hanno aiutato nel realizzare questo raid, che estremo non è, ma lo è per un celiaco. Spero che questo possa aiutare tutti i malati di celiachia come me a trovare la forza di non mollare mai e di vivere serenamente come gli altri.