After few days – a mente fredda e riposo

After few days – a mente fredda e riposo

Eccomi a scrivere, 5 giorni dopo la fine del mio X-Alp Raid. Oltre al riposo, ho colto l’occasione per sistemare materiali, mappe, foto e soprattutto per fare ordine nella mia mente. A riposo si vedono le cose da un altra prospettiva; mentre si pedala e si fatica, la mente è impegnata in altre dimensioni, impegnata a rispondere ad un unico comando dettato dalla necessità di arrivare, di gestire le fatiche, di orientarsi correttamente, di non perdere la situazione spazio – temporale. Sembrano banalità, ma in determinate situazioni, è come se l’intero organismo, si adattasse ad un comando sub conscio e pensasse solo a rispettarlo e portalo a termine con successo. Tempo fa, confrontandomi con dei ciclisti professionisti e con un famoso mental coach, emerse il concetto della fame e del mangiare durante una gara a tappe o durante una faticosa tappa di montagna. Sembra impossibile, ma se il corpo sta bene e i muscoli rispondono agli ordini, il concetto di doverti alimentare te lo devi imporre, altrimenti potrebbe by passare, per il fatto che si entra in una specie di “trance” psico fisico, durante il quale ogni particella del tuo organismo vede solo una cosa : l’obiettivo. Sta all’atleta, sia esso un professionista o un dilettante come me, saper gestire, come una centralina con molti canali, le varie sensazioni, soprattutto prevenendo prima quella della sete e poi quella della fame. Se si arriva a queste sensazioni, è già troppo tardi. Lo stesso vale per gli alpinisti in Himalaia ad alte quote : l’eccesso di concentrazione verso il raggiungimento dell’obiettivo fa perdere la cognizione con la realtà e stacca la mente dalle sensazioni fisiche e dal tempo che passa. Nella foto che vedete, sono in Svizzera, e mi sto dirigendo verso il Furkapass e da lì ad Ariolo. Il passo era duro, veramente duro, per la pendenza e per il carico che trasportavo. Ma mentre pedalavo, avvicinandomi ad esso, l’unica cosa alla quale riuscivo a pensare non era a quanta fatica avrei fatto per superare il dislivello, ma bensì alla fotografia mentale che mi ero fatto della zona del San Gottardo e del mio obiettivo, ovvero Ariolo. Ci sarei arrivato anche sotto la neve, oramai avevo proiettato tutto mè stesso in quella direzione. Il discorso cambia quando si va in crisi. In crisi si va per vari motivi : errata alimentazione, disidratazione, stanchezza eccessiva, crisi mentale data da monotonia o incapacità di gestire la situazione sebbene a livello organico si stia bene. Se arriva la crisi, il nostro sub conscio, in automatico cambia priorità, spostandola dall’obiettivo da raggiungere alla sopravvivenza dell’organismo che si trova in crisi, e lo fa bloccando gli apparati che gestiscono in questo caso, il movimento e la concentrazione su di esso. Se ne deduce che un raid, un trail una randoneè, una ultramaratona, una prova di ultradistanza come la Londra – Turchia, non possono essere improvvisate, nè dal punto di vista fisico nè da quello mentale.

I’m waiting for yoy. Next post is coming soon.

Stefano Ceccon