Quanta fatica, mi sento morire….non ce la farò mai a sollevare quel peso…..con questo caldo non riesco a correre, faccio troppa fatica. Te la stai raccontando giusta o sono solo le tue sensazioni ad indurti a pensarla così?

Nel precedente articolo “Cosa significa allenarsi”, ho chiuso parlando della differenza che passa tra attività motoria e sportiva, essendo le due posizionate a livelli ben diversi di impegno ed intensità applicativa. Nonostante questo esse vengono spesso confuse o equiparate tra di loro. Perché succede? I motivi sono molteplici:

Marketing. C’è tutto l’interesse a promettere i risultati che si possono ottenere con l’attività sportiva anche a chi non ne vuole saperne di applicarsi a quel livello, quindi meglio mantenere una certa confusione comunicativa che non lasci spazio a corrette interpretazioni
Diseducazione. A qualcuno a scuola hanno insegnato cos’è l’attività motoria, cos’è l’allenamento, come funziona il nostro corpo?
Socialità. Viviamo in un sistema completamente diseducato all’ascolto del nostro corpo e completamente diseducato al concetto di sforzo fisico, che addirittura viene considerato come un qualcosa di pericoloso per la salute

Non è così facile valutare, misurare uno sforzo. Anche un cardiofrequenzimetro che misura l’entità dello sforzo tramite la rilevazione della frequenza cardiaca, potrebbe non darci dati utili in  soggetti sedentari o poco abituati agli sforzi fisici. Non a caso è stata introdotto un metodo di misura che si chiama scala RPE, che misura lo sforzo percepito in funzione di alcuni parametri.

https://it.wikipedia.org/wiki/Scala_di_percezione_dello_sforzo

Se ci pensi questo è veramente un problema, specie quando si va a programmare un allenamento per una persona sedentaria o poco abituata agli sforzi. Quando costui pensa di aver superato il limite in realtà, talvolta, non è nemmeno a metà delle sue capacità. Figuriamoci poi se lo stesso soggetto si spaventa nel sentire il fiatone o l’alterazione del battito cardiaco.

Se la paura o il timore da un lato ci proteggono dai pericoli, nel caso della fatica ci tradiscono e ci allontanano dalla possibilità di raggiungere eventuali obiettivi fitness. Perché? Perché per raggiungere  goal importanti si rende necessario alzare l’asticella al di sopra del concetto di attività motoria, che ci fa senz’altro bene, ma che come ho scritto nel precedente articolo, non sempre crea stimoli di adattamento utili a far cambiare determinati equilibri del nostro organismo.

In pratica per perdere ciccia, mettere su muscoli, avere energia e performance, l’asticella va alzata, gradatamente, ma va pur sempre alzata, altrimenti passeremo l’esistenza rincorrendo una carota che non prenderemo mai.

Facciamo attenzione quindi al fumo che il mondo della comunicazione marketing ci vende.

Leggi ora questo studio sulla metodica Tabata

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31004287/

Come puoi leggere tale metodica è in effetti uno degli strumenti più efficaci che si possano utilizzare per aumentare il consumo metabolico dell’organismo. Il metodo funziona veramente ma c’è un però. Per eseguire un vero Tabata, bisogna spingersi a valori di intensità veramente critici, che spesso mettono in crisi anche un atleta avanzato; viceversa applicando le stesse tempistiche su degli esercizi svolti però ad intensità blanda, rimane movimento, ma non di certo movimento utile a farti raggiungere gli stessi risultati elencati nello studio. Ebbene, dopo aver letto tale studio, prova a riflettere quando vedete i corsi Tabata nelle palestre…. Lascio a te le conclusioni. Questo è il mondo della comunicazione. Ovvero prendo uno studio, ne cito i risultati, li metto come obiettivo, ma non spiego che per raggiungerli bisogna veramente faticare! Signori venghino…tutto gratis!

Quando pensi di aver fatto uno sforzo, cerca sempre di far mente locale su quanto hai letto, perché forse, le sensazioni che provi  sono sensazioni legate alle tue esperienze, al tuo vissuto.

Leggi ora questo articolo collegandoti al link

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30569764/

Il concetto della percezione della fatica è uno dei problemi che spinge molti a “mollare” o a non credere di essere in grado, ad esempio, di correre (vedi articoli nel mio blog).

Perché? Perché nessuno ci ha mai insegnato nulla a riguardo, così le nostre aspettative spesso sono di poter fare quello che ci immaginiamo di voler fare, percependo lo stesso livello di sforzo che percepiremmo facendo la classica ginnastica dolce. Quando arriva però il momento della verità, le terrificanti sensazioni che ci assalgono, accendono in noi mille spie di emergenza che ci inducono a mollare tutto frettolosamente e scappare da quella sgradevole sensazione.

Pensa di dover sollevare una cassa di legna. Molti non ci riescono, altri sono convinti che sollevare qualcosa di pesante faccia male. Se lo chiedo a mio nonno che vive in campagna, prende la cesta di legna, la solleva la porta su per le scale o in cantina, senza tanti fronzoli a riguardo.

Il problema è l’eccessivo peso della legna o sono i nostri preconcetti?

Non mi resta che augurati buon allenamento!

Come sempre, per dubbi e curiosità scrivetemi all’indirizzo email cecconste@gmail.com

TRAINER CECCON STE