LA QUESTIONE “FIATO”

LA QUESTIONE “FIATO”

…correre è davvero un “gesto” motorio la cui riuscita dipende solo e solamente dal fiato? Ne sei così sicuro?

L’ultimo articolo di Corriamo! terminava aprendo le porte alla questione “fiato”. In breve, un gesto motorio di tipo cardiovascolare come la corsa è composto da:

  1. Elementi che interessano gli aspetti cardiovascolari
  2. Elementi che interessano gli aspetti di forza muscolare
  3. Controllo motorio del gesto atletico

 

La cosa ti stupisce? Suppongo che ti starai chiedendo cosa c’entra la forza muscolare con il fiato. Pensaci bene, per correre dovrai muovere dei muscoli che appartengono a due categorie:        

  • Muscoli interessati alla locomozione. Ossia quelli che permettono al nostro corpo di avanzare alla velocità che ci imponiamo e nella traiettoria che decidiamo di intraprendere;   
  • Muscoli che interessano il controllo dell’equilibrio e della postura. I muscoli stabilizzatori e soprattutto quelli del CORE. Molte volte nei principianti è proprio qui che ci si inceppa. Immedesimarsi nella corsa, senza avere le capacità atletiche necessarie a farlo, significa, chi più chi meno, trascinare un corpo morto simile ad una zavorra piuttosto che un corpo energico che si muove come un tutt’uno. Talvolta si vedono soggetti così decondizionati sotto questo aspetto che corrono senza muovere in sincronia gambe e busto. Il risultato? Le gambe sembrano trascinate dal resto del corpo anziché esserne una parte integrante. Un corpo che si trascina consuma molto più ossigeno e la percezione dello sforzo sarà molto più elevata inducendo il soggetto decondizionato a mollare prima.                     

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   La questione fiato

Cosa significa avere fiato? In poche parole, avere fiato significa possedere un sistema cardiorespiratorio efficiente in grado di ossigenare correttamente i muscoli impegnati nello sforzo necessario a garantire la locomozione. Il sistema, a grandi linee, funziona così

  1. Naso e bocca captano aria ossigenata;
  2. L’aria ossigenata arriva ai bronchi;
  3. Dai bronchi l’ossigeno viene portato al sangue;
  4. Dal sangue tramite dei veicolatori l’ossigeno viene portato ai muscoli impegnati nello sforzo;
  5. L’anidride carbonica dal muscolo passa al sangue;
  6. Dal sangue passa ai bronchi e da qui con la respirazione l’anidride carbonica viene espulsa.

Tutto qui. Ma se fosse così facile tutti ci riuscirebbero, quindi di nuovo, perché non abbiamo fiato? Il fiato non ce l’abbiamo perché non facciamo gli adeguati,ripetitivi e costanti sforzi necessari ad indurre l’organismo a incrementare le sue capacità di portare ossigeno ai muscoli. Spesso molliamo la presa alle prime sensazioni di disagio, o addirittura ancor prima, sperando  che il corpo possieda autonomamente la forza e la resistenza necessarie a farci correre. Il nostro corpo si adatta di continuo al nostro esistere e, una volta adattato, si disadatta se lo stimolo che ne aveva indotto l’adattamento cessa di esistere. In questo caso lo stimolo, che è la sensazione di fiatone che non vogliamo avere, è proprio il rompiscatole di turno che dice al nostro corpo che deve adattarsi a far di meglio. Stimoli persistenti nel tempo indurranno l’organismo a compensare, potenziando le sue capacità di trasporto d’ossigeno, garantendoci la capacità di correre ad una determinata velocità. Volendo poi incrementare la durata nel tempo o la velocità di percorrenza, sarà necessario rimettere nuovamente in crisi l’organismo, così che questo, possa reagire al disagio indotto portandosi a dei livelli di forza muscolare ed efficienza cardiorespiratoria superiore.

In breve …è la manca di stimoli necessari ad indurre l’organismo a sviluppare un sistema cardiovascolare più potente, che ci porta a non avere fiato!

Quella disagevole sensazione di “non ho fiato” o meglio “ho il fiatone”, è esattamente il segnale utile a far cambiare l’assetto nel quale giace il nostro organismo, spesso adagiato nelle zone comfort della vita sedentaria occidentale. 

Ma attenzione: se il “fiatone” è uno stimolo utile a farci evolvere, c’è bisogno di ponderare lo sforzo, ovvero, gli stimoli devono avere queste caratteristiche:

  1. Non devono essere troppo “devastanti”… altrimenti l’organismo anziché riconoscerli e accettarli come segnali amici utili a farlo evolvere li percepirà come uno stress al quale non sarebbe utile adattarsi;
  2. Non devono essere troppo blandi …altrimenti non creerebbero un segnale utile all’evoluzione. Se voglio avere fiato per correre, è inutile allenarsi camminando.

Tutto chiaro? Tranquillo, continueremo a parlarne nei prossimi articoli…intanto fammi sapere se c’è qualcosa che non ti è chiaro contattandomi al numero 366/1537751 o scrivendomi all’indirizzo ceccoste@gmail.com.

IL TUO TRAINER

Stefano Ceccon